È passato quasi un anno dagli storici accordi sul clima di Parigi siglati nel dicembre di un anno fa alla fine dei lavori della COP21. In questi mesi sono stati numerosi i passi formali compiuti per rendere operativi gli impegni sottoscritti, anche se sul fronte più strettamente operativo forse ancora poco è stato fatto. Negli ultimi giorni due importanti notizie si sono aggiunte allo scenario già noto; l’Italia ha completato l’iter legislativo per la ratifica degli accordi di Parigi mentre a livello internazionale l’accordo stesso è diventato operativo dallo scorso 4 novembre. Intanto da oggi partono i lavori della COP22 di Marrakech.
Gran Bretagna: multe per chi sosta con l’auto accesa
Proteggere i cittadini dallo smog e ridurre le emissioni nocive nelle grandi città è diventata una necessità improrogabile. Ecco perchè gli enti del ministero della Salute in Gran Bretagna hanno
Sembra incredibile ma gli americani senza un piano e senza una strategia concreta sono riusciti nell’intento di ridurre le proprie emissioni. E di parecchio pure. Stando ai numeri del Bloomberg New Energy Finance (BNEF) che ha realizzato lo studio per conto del Business Council for Sustainable Energy (BCSE), le emissioni del 2012 sono scese al livello di 18 anni prima.
Continua la corsa verso gli obiettivi ambientali per il 2020. Nonostante alcuni Paesi abbiano deciso di fare complessivamente meglio di altri, una di quelle nazioni che resta sempre in disparte quando si parla di questi temi ha fatto meglio di tutte. Stiamo parlando della Gran Bretagna che nello scorso anno ha fatto registrare un taglio maggiore della CO2 di tutti gli altri Paesi europei.
Tagliare le emissioni è possibile, ed è possibile farlo anche in quantità maggiori di quanto potevamo aspettarci. E’ quanto sostiene il WWF che ha appena presentato al Ministro dell’Ambiente Corrado Clini il rapporto Obiettivo 2050, una roadmap che l’Italia dovrebbe seguire per arrivare a tagliare tra l’80 ed il 95% delle sue emissioni, rispetto ai livelli del 1990.
Le emissioni di gas serra negli Stati Uniti sono finalmente in calo. I livelli di quest’anno hanno raggiunto quelli del 1992, anno di riferimento per quanto riguarda il tasso più basso di inquinamento. Un risultato ottimale che dovrebbe far sentire orgogliosi gli americani. Ma in realtà gli sforzi per il risparmio energetico e quant’altro non sono il vero motivo di questo calo. Lo spiegano bene dal Lawrence Livermore National Laboratory in California.